Un progetto di Festina Lente Teatro e Vagamonde nato da un'idea di Andreina Garella con il contributo di Coop Consumatori Nordest e Oikos in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici Etnoantropologici di Parma e Piacenza e il patrocinio della Provincia di Parma

domenica 29 gennaio 2012

PRIMO INCONTRO 25 febbraio ore 15.30


 

CERCHIAMO ANTIGONI PER METTERE IN SCENA LO SPETTACOLO, CURIOSE,  INTERESSATE E PRONTE A METTERSI IN GIOCO. 

Vagamonde e Festina Lente Teatro invitano tutte le donne del mondo, anche senza esperienza teatrale,  siano esse migranti o native, a prendere parte al primo incontro del laboratorio teatrale.
L’appuntamento è fissato per sabato 25 febbraio presso i Voltoni del Guazzatoio, Palazzo della Pilotta, lato verso Viale Mariotti e Ponte Verdi, Parma, alle ore 15.30 sede storica importante messa a disposizione dalla Soprintendenza: un’occasione per mettersi in gioco e contribuire a costruire una consapevolezza nuova dello spazio urbano, approfittando del teatro come luogo dove ci si incontra liberamente. Un luogo privilegiato, dove promuovere inclusione e cambiamento, in contrapposizione alle ingiustizie, ai respingimenti, alle prevaricazioni, alle negazioni delle libertà individuali, senza dimenticare il rapporto tra “etica e politica”.
I laboratori di Festina Lente sono luoghi d’ascolto, luoghi di riflessione, di ricerca, di conoscenza, di scoperta, luoghi dove affinità e controversie si amalgamano, definendo il teatro uno spazio in cui si accolgono soprattutto le differenze di pensiero. 
Il laboratorio sarà condotto da Andreina Garella regista di Festina Lente Teatro.

"Il teatro è una particolare situazione d'incontro tra persone, che non può essere sprecata: a teatro bisogna dire cose importanti e urgenti."
Judith Malina

Iscrizioni e informazioni: lacittadiantigone@gmail.com 349/5243604


martedì 24 gennaio 2012

SCENA PRIMA


La città è femmina quando accoglie, quando diventa porto, vallata, spazio aperto dove costruire nuovi percorsi, nuovi desideri.
La città è femmina quando è plurale, quando raccoglie le differenze senza neutralizzarle, quando ha il coraggio di mantenere una propria identità, senza negare il cambiamento, la trasformazione. Una città che non brucia, non piange sopra le proprie ceneri, ma custodisce altre voci dentro la sua voce, dentro il suo canto.
La città femmina sa che ogni gesto, ogni parola ha una conseguenza tangibile, viva. La città femmina ha la consapevolezza che ogni cosa è la conseguenza di un'altra, una singola onda smuove altre onde; l’acqua del mare è viva perché ogni minima energia provoca altri mille vortici sulla superficie e nella profondità. Nessuno si può chiamare fuori.
La città è femmina quando sta in allerta, di vedetta; quando è capace di avere un moto dell’anima e dell’orgoglio contro ogni ingiustizia, ogni provocazione.
La città è femmina quando ha nel sangue il sentimento della ribellione, l’agire, il rendere effettivi ogni istanza, ogni moto del cuore.
La città è femmina quando non ha paura di credere in un sentimento utopico, quando in esse la parola ‘libertà’ risuona limpida, cristallina.

Grazie a :  Lucia Alejandra de Cavalcanti, Margherita Asta, Leyla Akgul, Margherita Becchetti, Giovanna Bertani, Ennia Bertozzi, Francesca Bigliardi, Maria Bocchi, Susanna Borghini, Clelia Buratti, Angela Brundu, Laura Caffagnini, Ailem Carvajal Gomez, Marinella Ciullo, Frabrizia Dalcò, Samuela Frigeri, Maura Giuffredi, Claudine Irahoza, Violetta Libassi, Gabriella Manelli, Carla Mantelli, Matilde Marchesini, Irene Massera, Elisabetta Mora, Rosanna Patrizi, Suor Maria Assunta Pedrinzani, Vincenza Pellegrino, Christine Kaihura, Cristina Quintavalla, Ebe Quintavalla, Roberta Roberti, Marcella Saccani, Pina Sammati, Annavittoria Sarli, Eugenia Tagliaferri, Vojsava Tahiraj, Adele Tonini, Katia Torri, Aiassitou Vinci, Alice Zambelli, Maria Zirilli